giovedì 28 giugno 2018

La narrativa mi soccorre

Non ne ho ancora la certezza ma un'idea si è fatta strada dentro di me. 

Potrei aver passato la prova del 10 giugno. L'ultima tappa che mi separava dal livello intermedio, incarnato dal famigerato esame numero 4. Nel frattempo lascio a tempo indeterminato la scuola di cinese, un po' per gli impegni, un po' per l'impossibilità di trovare un buon insegnante. 

Privo di qualsiasi direzione e/o guida, invece che crogiolarmi in un'apatica indifferenza, mi getto nell'acquisto dei libri per superare l'esame successivo. Il primo tomo mi costringe a approcciarmi alla preparazione della prova alla giapponese. Diviso in 35 sezioni corrispondenti ad altrettanti giorni di studio, è sostanzialmente un elenco di parole decontestualizzate da memorizzare con l'ausilio di un supporto audio e alcuni esercizi di scrittura per verificare il corretto apprendimento dei caratteri. In un giorno e con un'ora al massimo da dedicarci, l'impresa se non ardua, mi risulta impossibile. 

Nell'ultimo esame, uno degli errori che mi sono reso conto di aver fatto è stato quello di aver scritto in una forma ibrida, il carattere "qi" (quarto tono in cinese) che in giapponese si scrive "" ma in mandarino "". Ovviamente per i giapponesi non sarà difficile ricordare la semplificazione del suddetto ideogramma; invece, per chi, come me ,viene da un luogo dove l'alfabeto consta di 21 lettere, il trattino in più o in meno ,che fa la differenza tra le due versioni dello stesso carattere, è decisamente destabilizzante. Soprattutto in fase d'esame. 

Soluzioni? Le trovo nel secondo libro. Un testo narrativo in cui molte delle parole da imparare per l'esame sono inserite in una storia. Le storie mi salvano sempre. È questa l'essenza della mia esistenza: ascoltare, assorbire storie. Imparare dalle storie. Trasmettere storie. Essere una storia nelle parole degli altri. 




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