lunedì 9 aprile 2018

E la maestra non c'è!

È tutto pronto. Fotocopie di cinese distribuite dalla maestra Wang e una cartellina con il materiale in italiano. Sto per varcare il portone di casa quando il cellulare fa bip. È la mia compagna di corso : "La maestra Wang non può venire, lezioni cancellate". 
E sì, la domenica è il giorno dello studio di gruppo. La mia amica Celia, la maestra Wang ed io. Ci incontriamo alla Torre Carota, un mastodontico edificio che oltre ad ospitare un teatro sospeso, una torre panoramica e un supermercato, offre uno spazio ricreativo che noi e la maestra usiamo per studiare. Anche la nostra insegnante di cinese studia: Celia ed io siamo entrambi insegnanti di italiano e insegniamo la nostra lingua alla maestra Wang, che a sua volta, ci spiega i rudimenti del mandarino. Celia ha interrotto lo studio del cinese per un periodo e desidera cominciare dalle basi, il famigerato pinyin, la traslitterazione alfabetica della pronuncia dei caratteri ideografici cinesi. Niente di meglio per me, che nonostante sia avanti con i vocaboli e la grammatica, soffro ancora per le incomprensioni che si sono verificate fra me e gli abitanti di Hangzhou. Anche la maestra Wang mi fissava di sbieco quando leggevo i testi in cinese nella lezione introduttiva. Via di ripasso che è sempre utile, soprattutto per ripensare in modo critico alla comprensione di qualsivoglia insegnamento. 
La maestra Wang viene da Guilin, la città verde con i suoi colli sinuosi e i suoi panorami ancestrali: ricordo ancora l'anno scorso quando su una barchetta guadavamo un  fiume nella vicina Yangshuo, assorbiti dal tramonto, quasi aspettando che si verificasse un fenomeno paranormale a completamento dell'esperienza.


La maestra non è venuta. Complice la domenica, oggi rinuncio allo studio e vado a godermi l'ultimo ciliegio fiorito. Al prossimo incontro maestra Wang!

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